Primo viaggio all’estero di una migrante allo sbaraglio (guest-post di Laura Isacchini)

Articolo a cura di Laura Isacchini

Ciao. Io sono Laura, ho 37 anni, vivo in provincia di Brescia (ancora per poco) ma bergamasca di nascita. Forse non lo sai ma l’articolo che stai per leggere è molto speciale per me perché è il primo che scrivo. Qui ti racconterò della mia prima traversata in aereo da sola e ti darò qualche spunto sul cosa fare prima di partire. Spero ti piaccia!

Sono trascorsi cinque anni da allora ma ricordo benissimo ogni dettaglio.

Stavo scorrendo tra le varie offerte di lavoro sul mio smartphone quando ricevetti un messaggio da una ragazza, la quale mi chiese se fossi interessata a raggiungerla in Irlanda per occuparmi di cavalli. Senza pensarci un attimo, le risposi che lo ero – interessata –, consapevole da un lato del rischio che stavo correndo (visto che non avevo esperienza nel ruolo, semplicemente cavalcavo quando avevo tempo e soldi) e dall’altro che poteva trattarsi di una proposta “da marinaio”. In fondo, chi era la ragazza misteriosa con cui stavo chattando?

Come da sua richiesta le inviai il mio curriculum, attendendo di ricevere risposta. Nel mentre mi chiedevo cosa poteva significare quel viaggio per me, quanto fosse importante farlo e quali speranze vi nutrissi. Il responso arrivò prima di quanto mi aspettassi, e fu positivo. Non ci potevo credere! La ragazza mi inviò il biglietto del volo di andata per l’Irlanda e, quando lo ricevetti, dovetti aprirlo e guardarlo più volte, perché non riuscivo a crederci. Sarei partita per Dublino!

guest post primo viaggio estero Laura Isacchini
Foto presa da Pixabay e usata con Creative Commons License. Credit: dendoktoor

Un mix di emozioni

Ciò che provai da quel momento in poi fu un miscuglio di emozioni, tra l’entusiasmo della migrante in cerca di nuove opportunità e l’inquietudine di chi non prende un volo dall’alba dei tempi. L’ultima volta che volai fu quindici anni prima, quando ero ancora un’adolescente, e in quell’occasione fui accompagnata dalla famiglia. Questa volta invece sarei stata da sola. Sola in un paese sconosciuto, senza parlare la lingua né capirla, contando solo sulle mie forze e sulla connazionale che mi aveva procurato l’aggancio.

Quindi mi preparai per la traversata. Misi in valigia l’abbigliamento da equitazione, tra cui tanti maglioni (vista la mia proverbiale allergia al freddo), qualche libro di settore e qualcosa da bere e da mangiare. Il minimo indispensabile per il primo giorno dublinese, certa che una volta là non mi avrebbero sicuramente fatta morire di fame.

I giorni trascorsero veloci. A volte troppo, a volte troppo poco. C’erano momenti in cui non vedevo l’ora di partire e cominciare la mia nuova vita altrove, e altri in cui mi sentivo inquieta, più per la fifa di prendere l’aereo che non per altro. Quando capitava, scacciavo via subito questi brutti pensieri, concentrandomi sugli aspetti positivi che questo viaggio mi stava offrendo.

L’ultimo giorno prima della partenza, mi recai al vicino supermercato per acquistare le ultime cose, tra cui un piccolo peluche turchese, dall’aria buffa e la forma rotondeggiante. “Se l’aereo casca”, mi dissi mentre lo riponevo nel carrello, “almeno non sarò sola”. E infatti mi sentii subito più serena

La partenza per l’Irlanda

Partii un lunedì pomeriggio di settembre. I miei genitori mi accompagnarono all’aeroporto e stettero con me fino a che non mi imbarcai. Sull’aereo, raggiunsi la mia postazione, che stava suppergiù al centro dell’abitacolo, sulla sinistra, vicino al finestrino. Non c’erano molti passeggeri a bordo e i due sedili a fianco al mio erano liberi, quindi mi misi comoda in attesa di partire. Mi sentivo stranamente calma: a volte guardavo fuori dal finestrino cosa succedeva sulla pista, oppure osservavo le persone che transitavano davanti o dietro di me, altre volte ancora chiudevo gli occhi e tiravo un lungo sospiro ricordando il mio primo volo e come affrontai il decollo allora.

Quando l’aereo iniziò a muoversi, estrassi dallo zaino il peluche acquistato il giorno prima, lo strinsi forte tra le braccia senza smettere di guardare fuori dal finestrino, in attesa del momento clou, quello che eccita e spaventa di più ogni passeggero che prende l’aereo. La fase del decollo.

E’ quel momento in cui l’aereo viaggia a gran velocità sulla pista, levandosi da terra una o due volte, per poi tornare a toccare il suolo, un po’ come nelle giostre, fino a che non si libra proprio in volo, puntando il muso del veicolo verso il cielo. E’ una sensazione indescrivibile quando avviene, perché ti ritrovi in una posizione insolita, ma fortunatamente è di breve durata. Giusto quei cinque minuti di adrenalina. 

Quando l’aereo effettivamente decollò, chiusi gli occhi, abbracciando ancor più forte il mio peluche, e cercai di non pensare a niente. Qualche volta guardai fuori dal finestrino, vedendo l’aeroporto farsi piccolo piccolo, per poi richiudere gli occhi fino a quando non sentii l’aereo stabilizzarsi. A quel punto il peggio era passato, quindi mi slacciai la cintura di sicurezza e mi dedicai a cose più interessanti, come sfogliare una rivista o schiacciare un pisolino.

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Foto presa da Pixabay e usata con Creative Commons License. Credit: OrnaW

L’arrivo a Dublino

Un’ora e mezza dopo atterrai a Dublino. Il panorama che osservai attraverso l’oblò era davvero suggestivo: una città buia sullo fondo brulicante di luci, come un cielo cosparso di stelle.

Appena atterrata, la prima cosa che feci, oltre a recuperare la valigia, fu accendere il telefono e accertarmi che internet prendesse. Inizialmente non ebbi fortuna, ma non ne feci un dramma. Sapevo in cuor mio che avrebbe funzionato, anche perché, qualche giorno prima di partire, ebbi garanzie dal mio operatore telefonico che internet funzionava benissimo anche all’estero. In effetti, dopo un po’ riuscii a mettermi in contatto con la ragazza della scuderia, che mi stava aspettando. Ci accordammo sul luogo in cui ci saremmo incontrate, ci incontrammo, ci presentammo e ci dirigemmo verso l’auto che ci attendeva.

Durante il viaggio in macchina parlai poco. Ascoltavo la ragazza e l’autista, che in realtà era un cavaliere, interloquire tra loro, cercando di afferrare ciò che si dicevano. Fuori era buio pesto ma scorsi comunque qualche frammento della splendida tenuta che mi avrebbe ospitata: una proprietà immensa, con almeno due o tre dimore enormi e sontuose, paddock sterminati e una grande casa bianca che ospitava la scuderia e l’alloggio del personale

Un'immagine scattata durante la mia esperienza in Irlanda (Laura)

La mia nuova casa

Quando entrai nell’abitazione, carica di valigie, rimasi senza parole tanto era carina al suo interno. Davanti a me c’era una scalinata ricoperta da un tappeto bianco che portava a diverse stanze: un grande salotto con cucina alla mia sinistra e due camere e il bagno in condivisione alla mia destra. La mia stanza era piccola e luminosa, con un letto singolo, qualche armadio e una scrivania senza troppe pretese. Riposi le valigie affianco al letto e poi curiosai in giro, scambiando quattro chiacchiere con la ragazza, diventata nel frattempo la mia coinquilina. Dopodiché tornai in camera per le azioni di rito pre-nanna: chiamare i familiari per informarli che ero giunta a destinazione e stavo bene, aggiornare il mio diario personale, infilarmi il pigiama e mettermi sotto le coperte. Mi addormentai sentendomi la persona più fortunata del mondo.

Ora … non ti tedierò raccontandoti per filo e per segno tutto ciò che successe in quei giorni. Ti svelo solo che l’esperienza durò molto meno di quanto immaginassi, un po’ perché ero meno preparata di quanto loro si aspettassero (sebbene avessi spiegato chiaramente cosa ero in grado di fare), un po’ per problemi logistici (non potevi prendere l’auto se avevi delle necessità, dipendevi sempre da altri) e un po’ a causa del periodo, in cui la tivù già parlava di chiusure per via del covid.

Non rimuginai troppo sul perché quel lavoro non ebbe funzionato. Ero felice di ciò che il solo viaggio mi rivelò: che amavo viaggiare e che potevo affrontare un volo aereo da sola.

Riuscii a imbarcarmi sull’aereo del rimpatrio appena in tempo, e non senza qualche difficoltà. Dal mio telefono, infatti, non fu possibile prenotare il biglietto, quindi dovetti arrivare in aeroporto per farlo, peraltro sborsando un ingente somma di denaro per accaparrarmi il posto. Ma siccome quello era l’unico volo disponibile da lì ai successivi due giorni, la spesa valse la candela. Almeno per me. Mi vedi restare bloccata in aeroporto per giorni come Tom Hanks in The Terminal? Io no.

Mi rilassai soltanto una volta preso posto sull’aereo. Nell’attesa di partire sgranocchiai qualche dolcetto – italiano, ovviamente –, perché letteralmente non ci vedevo più dalla fame. In quei giorni in cui fui ospite non mangiai granché, non per mancanza di appetito ma per ragioni che esulano da questo articolo, sulle quali pertanto sorvolerò.

Quando l’aereo decollò era tardo pomeriggio. Il sole stava tramontando su Dublino, e io lo vidi da una postazione che era più che unica. Mentre avveniva ciò, pensai quanto mi sarebbe piaciuto restare in quella bella città, così ordinata e verdeggiante, e dalla gente tanto amabile. Ci sarei rimasta se avessi potuto, ma non potendo farlo mi promisi che ci sarei ritornata un giorno, anche se ad oggi non l’ho ancora rivista. E’ nella mia lista delle cose da fare, l’unica incognita è “quando?”

Blog post primo viaggio estero Laura Isacchini
Foto presa da Pixabay e usata con Creative Commons License. Credit: JESHOOTS-com

Consigli per vivere al meglio la pre-partenza

Per concludere, ti lascio qualche consiglio utile prima di partire:

. preparati davvero bene al viaggio che stai per intraprendere, senza dare nulla per scontato

. segui attentamente le istruzioni che la compagnia ti fornisce per i bagagli, quindi assicurati che valigie e zaini rientrino nei parametri (peso e misure) richieste dalla compagnia

. non mettere vasetti di vetro né lame, nemmeno le forbici, in valigia perché i primi rischi di ritrovarli rotti, le seconde te le fanno togliere, perché le vedono sui monitor durante i controlli

. portati sempre via sia abbigliamento leggero sia pesante, perché il clima fuori dall’Italia è diverso e anche in estate puoi sentire molto freddo

. portati via qualche provvista, perché sai cosa lasci ma non sai cosa trovi, soprattutto se non sei un turista

. porta con te sia contanti sia moneta virtuale, in quanto in alcuni aeroporti non accettano carta-moneta

. assicurati di avere tutti i documenti in regola per viaggiare e che il paese di destinazione non richieda altra e diversa documentazione, nel qual caso provvedi per tempo a recuperarla

. assicurati che internet funzioni anche all’estero, sentendo il parere del tuo operatore telefonico e di connazionali già presenti nel paese che stai per visitare (li trovi nei gruppi facebook)

.  visita il sito web del ministero degli esteri e salvati i contatti dell’ambasciata italiana nel paese di destinazione, perché potrebbero servirti

. se conosci la lingua del posto o almeno l’inglese è meglio, perché ti è molto più utile saper comunicare con gli altri che non saper svolgere una mansione; per imparare una nuova lingua, usa le app sul telefono oppure ascolta video o audio in lingua originale così da familiarizzarci

. informati in merito alle vaccinazioni, in quanto in alcuni paesi ne richiedono di specifiche, preparandoti con largo anticipo; porta con te anche il libretto delle vaccinazioni, completo e in ordine

. informati in merito alle assicurazioni, e valuta se stipularne una prima di partire

. se viaggi in auto, assicurati che patente e documenti del veicolo siano validi e riconosciuti nel paese di destinazione; se invece vai in treno e/o in aereo, informati sui mezzi di trasporto o il noleggio auto per raggiungere la meta, sugli abbonamenti e sui mezzi migliori per spostarti

Può capitare di essere così presa dalla gioia di partire da dimenticarsi le cose importanti, ma è anche vero che le brutte sorprese potrebbero rovinarti il viaggio. Quindi, non farti trovare impreparato! Pensa a tutto ciò che di storto può andare e preparati un piano B.

Lo farò anch’io nel mio prossimo viaggio, che avverrà a breve!

L’autrice: Laura Isacchini. Mi chiamo Laura, ho 37 anni, vivo in provincia di Brescia ma sono bergamasca. Scrivere e viaggiare sono due delle mie passioni, assieme agli animali. Scrivo sin da quando ero ragazzina, quando annotavo i momenti più importanti della mia vita sul diario. Qualche anno fa iniziai a scrivere anche un libro, ma credo non fosse arrivato ancora il mio momento, quindi lo misi da parte. Iniziai a viaggiare qualche anno fa, per lavoro e anche per trovare la mia strada, scoprendo quanto mi piacesse. E sebbene non lo faccia così spesso, quando ne sento proprio il bisogno faccio le valigie e parto, anche solo per pochi giorni.

Mi piace scoprire sempre nuove cose, lingue, culture, tradizioni, farmi conquistare dal paese che mi ospita.

Vuoi pubblicare anche tu un tuo articolo sul mio blog? Puoi farlo in questa sezione. Basta che tratti di viaggi! Per maggiori info: mariclapannocchia@aol.com
Maricla Pannocchia
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